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ABC della Navigazione - VACANZE IN BARCA

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ABC della Navigazione

REGOLAMENTO

L'ABC della navigazione a vela

In queste pagine vengono riportate alcune nozioni di base sulla navigazione a 
vela d'altura.
Oltre all'esperienza in mare e' necessaria anche qualche nozione di base. In 
queste pagina sono riportati principali termini e le nozioni di base della 
navigazione a vela.

La vela e' un modo di vivere e la cosa piu' bella e' navigare... quindi buon 
vento!

Il linguaggio marinaresco

Il linguaggio marinaresco e' uno dei piu' belli e pittoreschi. Non per questo 
e' meno preciso tecnico di altri linguaggi "specialistici". Quando si naviga 
infatti e' molto importante che i comandi impartiti dal comandante o skipper 
siano ben compresi e correttamente eseguiti dall'equipaggio.

Sulla barca gli ordini vengono impartiti e le riposte vengono date ad alta 
voce. Il rumore delle onde e del vento e la distanza tra i membri 
dell'equipaggio impedirebbero altrimenti la comprensione.
Spesso gli ordini sono preceduti da un comando di preparazione: Pronti alla 
virata! oppure Pronti a mollare il corpo morto!. A tali comandi NON bisogna 
iniziare la manovra ma prepararsi ad effettuarla (ad esempio mettendo in chiaro 
le cime) e, quando si e' pronti, rispondere Pronti!. A questo punto arriva il 
comando della manovra e tutto l'equipaggio svolge il proprio compito in modo 
coordinato: Viro!

L'imbarcazione

La parte anteriore della barca si chiama prua, la parte posteriore poppa, la 
destra si dice dritta (ma anche destra), la sinistra si dice sinistra. La parte 
dell'imbarcazione rivolta al vento e' detta sopravento, la parte opposta 
sottovento. La parte immersa dello scafo e' chiamata opera viva, la parte 
emersa opera morta. La copertura superiore dell'imbarcazione si chiama coperta 
la zona a poppa dove trova posto l'equipaggio si chiama pozzetto.
La deriva e' una pinna che evita lo scarroccio all'imbarcazione. Sulle barche 
da altura la deriva e' in metallo pesante e spesso presenta, nella parte 
inferiore, un bulbo o siluro. Il peso del bulbo impedisce all'imbarcazione di 
scuffiare (ribaltarsi). Sulle imbarcazioni di piccole dimensioni la deriva e' 
di legno o materiale plastico ed e' mobile (e si scuffia!!), in questo caso 
l'imbarcazione stessa prende il nome di deriva. Anche la pala del timone 
presenta una resistenza allo scarroccio oltre a consentire la direzione 
dell'imbarcazione. Il timone puo essere a barra o a ruota. La proiezione 
sull'asse longitudinale dell'opera viva e' chiamato piano di deriva ed il suo 
centro centro di deriva. Il piano di deriva puo' cambiare con lo sbandamento 
della barca e, per le barche in cui e' presente, sollevando la deriva mobile. 
Qualche barca molto speciale ha una deriva inclinabile... ma sono eccezioni!

La distribuzione del peso sull'imbarcazione ha molta importanza. L'equipaggio 
si tiene generalmente sopravento per contrastare l'azione del vento. In 
condizioni di vento scarso l'equipaggio si distribuisce per mantere in assetto 
l'imbarcazione. Piu' sono grandi le barche meno l'equipaggio ha influenza sulla 
distribuzione totale dei pesi e quindi, oltre al carico, si utilizzano appositi 
serbatoi o ballast.

Per evitare che l'equipaggio finisca in acqua (ma io ci sono riuscito lo 
stesso!) vi sono uno o piu' ordini di cavi metallici detti draglie che formano 
una specie di ringhiera. Le draglie sono sostenute dai candelieri e terminano 
su strutture di metallo detti pulpiti. Alle draglie si fissano in parabordi che 
proteggono l'imbarcazione dagli urti durante l'ormeggio in porto.

Nelle imbarcazioni dotate di motore e' ovviamente presente un'elica. L'elica 
ha spesso le pale abbattenti per non offrire resistenza al moto durante la 
navigazione a vela.

I termini appena descritti si riferiscono all'imbarazione a vela piu' comune e 
diffusa: lo sloop marconi o bermudiano. Imbarcazioni piu' grandi, o 
semplicemente diverse, sono dotate di piu' alberi e di manovre piu' complesse 
ma i principali termini sono gli stessi. I velieri sono hanno tre alberi: 
trinchetto, maestra e mezzana. Le golette di due alberi: trinchetto e maestra. 
I ketch e gli yawl hanno l'albero di maestra e di mezzana (nel ketch l'albero 
di mezzana e' a pruavia rispetto al timone). I catamarani hanno due scafi ed i 
trimarani tre!

Le vele

L'albero ha la funzione di sostenere le vele. L'albero e' sostenuto dalle 
manovre fisse o dormienti che sono generalmente cavi metallici. L'albero e' 
sostenuto anteriormente dallo strallo, posteriormente dal paterazzo o, sulle 
imbarcazioni da regata, dalle volanti. Lateralmente l'albero e' sostenuto dalle 
sartie. Le sartie per offrire maggior stabilita' sono appoggiate sulle 
crocette. Le crocette si dicono aqquartierate se sono rivolte verso poppa. 
L'albero si appoggia sulla mastra passando la coperta attraverso un buco detto 
scassa dell'albero. Sull'albero e' fissato un braccio orrizzontale detto boma 
mediante un perno metallico detto trozza. Quando non e' issata la vela, il boma 
e' sostenuto superiormente dall'amantiglio e viene spinto verso il basso dal 
caricabasso o dal vang.

All'albero sono issate le vele. La vela anteriore e' detta fiocco, la vela 
posteriore e' detta randa. Gli angoli ed i lati delle vele hanno nomi precisi. 
L'angolo superiore e' detto penna, l'angolo a pruavia e' detto mura, l'angolo a 
poppavia e' detto bugna. Il lato tra la mura e la penna e' detto inferitura, il 
lato tra la penna e la bugna e' detto balumina o caduta, il lato tra la bugna e 
la mura e' detto base. Le vele hanno una forma tridimensionale che viene 
realizzata cucendo assieme i ferzi (con l'eccezione delle vele 3D realizzate 
con un pezzo unico mediante uno stampo). Storicamente i tessuti utilizzati 
erano il lino ed il cotone, sostituiti da tessuti in poliestere e da materiali 
compositi (eg. spectra, carbonio in fibra incollati su una pellicola).
Le vele sono issate e regolate con le manovre mobili. La drizza e' utilizzata 
per issare la vela all'albero. La scotta e' utilizzata per la regolazione della 
vela. Per la regolazione delle vele vi sono bozzelli, stopper, strozzascotte, 
winch (arganelli), maniglie, ...
Il fiocco ha il punto di mura a prua ed e' generalmente murato su un anello a 
prua da un grillo. Il fiocco e' inferito sullo strallo mediante garrocci o, in 
alcuni casi, direttamente nello strallo che presenta una cerniera (strallo 
cavo). La penna e' portata sull'albero dalla drizza. Lo strallo non arriva 
sempre alla testa dell'albero. Ad esempio nel caso in cui lo strallo arrivi ai 
7/8 dell'albero si dice e' armato a 7/8. Sulla bugna del fiocco si incocciano 
le due scotte con una gassa da amante. Le scotte arrivano poi direttamente ai 
winch in pozzetto o, piu' spesso, passando sul carrello che consente un 
ulteriore regolazione della vela.
Vi sono fiocchi di dimensioni diverse. Dalla tormentina al genoa. La vela 
viene scelta a seconda della condizioni del vento. Alcune imbarzazioni (quelle 
con indirizzo maggiormente crocieristico) hanno un unico fiocco la cui 
dimensione e' variata avvolgendolo o svolgendolo dallo strallo con il 
rollafiocco.

La randa ha il punto di mura nell'angolo tra l'albero ed il boma. Le ralinghe 
lungo l'inferitura della randa si infilano in una canaletta sull'albero. La 
drizza della randa issa la penna in testa all'albero. La scotta della randa 
viene fissata sul boma ed attraversa generalmente diversi bozzelli che hanno lo 
scopo di demoltiplicare la forza da impegnare sulla scotta. La randa e' 
irrigidita sulla balumina da una serie di stecche.
La randa presenta due o tre serie di brancarelle, mataffioni e terzaroli che 
consentono di prendere le mani di terzaroli (ridurre la vela) in caso di forte 
vento.
Simile al fiocco ma non inferito sullo strallo e' il gennaker o lo spinnaker 
asimmetrico una vela leggera adatta ad andature con il vento in favore. Si usa 
in alternativa al fiocco e viene spesso murata sul bompresso.
Una vela molto bella e' lo spinnaker (detto spesso anche spi). E' una vela 
leggera, che offre una superficie velica molto grande, da utilizzare nelle 
andature portanti ed e' spesso riccamente colorata. Sono necessarie diverse 
manovre per regolare lo spinnaker. Il tangone e' fissato anteriormente 
all'albero. E' sostenuto dall'alto e vincolato dal basso. La regolazione 
laterale si effettua con il braccio. Il punto di mura dello spinnaker e' 
sull'estremita' del tangone (varea). Per poter armare lo spinnaker da entrambe 
i lati e' necessario disporre due bracci e due scotte; l'insieme di queste 
manovre e' chiamato circuito dello spinnaker (sulle imbarcazioni piu' piccole 
una sola cima puo' fungere alternativamente da braccio o scotta).

Il punto su cui si applica la risultante della forza del vento su tutte le 
vele si chiama centro velico. La relazione tra il centro velico ed il centro di 
deriva e' molto importante poiche' determina il comportamento 
dell'imbarcazione.

In navigazione

Poiche' l'unica forza di propulsione e' quella del vento e' molto importante 
la rotta che si segue rispetto alla direzione del vento: l'andatura.

Quando il vento e l'imbarcazione procedono esattamente nella stessa direzione 
l'andatura e' detta di poppa o a fil di ruota. Le vele sono stese al massimo 
per raccogliere il vento. E' anche possibile disporre il fiocco e la randa sui 
due lati opposti: andatura a farfalla.
Stringendo un poco il vento si ha l'andatura di lasco. Il vento proviene dal 
mascone di poppa. Le vele sono molto larghe e dallo stesso lato. Quando il 
lasco e' vicino all'andatura di poppa viene detto gran lasco.
Andature Quando il vento proviene dal traverso l'andatura si dice al traverso! 
Le vele sono maggiormente raccolte verso il centro della barca per meglio 
prendere il vento.
Se il vento proviene dalla parte anteriore della barca si riesce comunque a 
procedere. L'andatura controvento e' detta bolina. A differenza delle andature 
portanti in cui si sfrutta direttamente la spinta del vento sulle vele, nella 
bolina si sfrutta un effetto aeredinamico analogo a quello delle ali. I filetti 
d'aria che passano sulla parte convessa esterna hanno maggior velocita' 
rispetto ai filetti d'aria che passano sulla parte interna della vela e creano 
un effetto depressivo che spinge la vela in avanti. Le vele sono molto strette 
e debbono essere ben regolate per ottenere la spinta nella direzione voluta. 
Quando si procede nella direzione piu' controvento possibile si dice che si fa 
una bolina stretta. L'angolo rispetto al vento della bolina stretta dipende da 
molteplici fattori (struttura dell'imbracazione, qualita' delle vele, forza del 
vento, presenza di onde, capacita' del timoniere, ...) ma generalmente si 
considera limite un angolo di 45 gradi.
Esattamente controvento non e' possibile andare. Pertanto nel settore morto 
non vi sono andature possibili.

Il vento che l'equipaggio, l'imbarcazione e le vele sentono non e' il vento 
reale ma e' il vento apparente dato dalla risultante del vento reale e dal 
movimento dell'imbarcazione.
Se si procede in fil di ruota con un vento reale di 10 nodi alla velocita' di 
6 nodi la risultante sara' un leggero vento da poppa di 4 nodi. La sensazione 
sara' di un vento leggero. Se invece si procede di bolina stretta a 5 nodi con 
lo stesso vento la risultante sara' un vento di circa 14 nodi che apparira' 
provenire piu' a pruavia del vento reale. La sensazione sara' quindi di un 
vento molto piu' forte!
Il vento apparente e' importante sia per la regolazione che per la scelta 
delle vele da adottare nelle diverse andature. Una velatura corretta per 
un'andatura di poppa potrebbe risultare eccessiva per un'andatura di bolina con 
lo stesso vento (reale).

Quando si porta la barca maggiormente contro la direzione del vento si orza. 
Quando si porta la barca maggiormente verso la direzione del vento si poggia.

Se il centro velico e' a poppavia rispetto al centro di deriva la barca e' 
orziera altrimenti tende a poggiare. Si tratta di una caratteristica molto 
importante dell'imbarcazione. Infatti un forte sbilanciamento rende la barca 
poco manovrabile. Il piano di deriva non e' generalmente modificabile... mentre 
il piano velico deve essere "gestito" dallo skipper riducendo o aumentando in 
modo appropriato le diverse vele. Ad esempio in caso di forte vento oltre ad 
issare un fiocco di minori dimensioni e' opportuno e prendere una o due mani di 
terzaroli.
Nel caso in cui la barca non risponda ai comandi del timone, a causa della 
maggior forza del vento sulle vele, e' importantissimo essere pronti e mollare 
immediatamente la scotta per evitare una pericolosa straorza.

Le manovre

La variazione di andatura comporta la regolazione delle vele. Nelle andature 
portanti le vele debbono essere maggiormente aperte. Nelle andature controvento 
le vele invece debbono essere maggiormente strette.
La regolazione principale si effettua con le scotte lascando le vele nelle 
poggiate e cazzando le vele nelle orzate. Altre regolazioni piu' fini si 
possono fare regolando il carrello, il caricabasso, le volanti, il meolo (serve 
per regolare la tensione della balumina e l'ho riportato solo perche' il nome 
mi assomiglia)...

Quando si passa da un bordo di bolina a quello opposto si effettua una manovra 
che prende il nome di virata. La sucessione e' la seguente:

   Il timoniere da il comando: Pronti alla virata!
   Ogni membro dell'equipaggio si prepara (prende in mano la scotta, 
raccoglie una maniglia, cazza la volante sottovento o, piu' semplicemente, si 
prepara a spostarsi sopravento) e risponde: Pronto!
   Il timoniere da' il comando: Viro!
   Il timoniere orza con decisione
   Quando l'imbarcazione e' controvento ed il fiocco fileggia viene mollata 
la scotta sopravento e cazzata quella sottovento (rispetto al nuovo bordo)
   L'equipaggio passa sopravento
   Ripresa velocita' vengono effettuate le regolazioni di fino delle vele

La manovra va eseguita con coordinazione altrimenti non riesce. L'imbarcazione 
infatti passa nel settore morto in cui procede esattamente contro vento ed e' 
necessaria la giusta velocita' nell'esecuzione della manovra. Nel caso in cui 
la manovra non riesca e' necessario poggiare per far nuovamente prendere 
velocita' alla barca e riprovare.

La manovra per passare da un lato all'altro del lasco prende il nome di 
strambata. La sucessione e' la seguente:

   Il timoniere da il comando: Pronti alla strambata!
   Ogni membro dell'equipaggio si prepara (prende in mano la scotta, abbassa 
la testa, cazza la volante sottovento o, piu' semplicemente, si prepara a 
sedersi sull'altro lato del pozzetto) e risponde: Pronto!
   Il timoniere da' il comando: Randa al centro!
   Il randista porta velocemente la randa al centro cazzando la scotta.
   Il timoniere da' il comando: Strambo!
   Il timoniere poggia passando di lato
   La randa viene mollata
   Si cazza la scotta sottovento per regolare il fiocco
   L'equipaggio passa sopravento
   Ripresa velocita' vengono effettuate le regolazioni di fino delle vele

La manovra va eseguita correttamente altrimenti c'e' il rischio che il boma si 
abbatta violentemente sul lato sottovento colpendo l'equipaggio o causando 
danni all'imbarcazione.

Sono piu' complesse sono le manovre che riguardano lo spinnaker ... ma ve le 
racconto lo stesso! Naturalmente lo spi deve essere regolato cazzando e 
lascando la scotta, compito che richiede una certa forza ed attenzione poiche' 
la vela e' molto grande. Anche il punto di mura dello spi (che si trova sul 
tangone) deve essere regolato. Quando si orza bisogna strallare ovvero spostare 
il tangone verso lo strallo. Quando si poggia bisogna quadrare ovvero spostare 
il tangone verso le sartie.
Con lo spi issato si puo' eseguire la strambata (la virata non e' possibile 
poiche' lo spi si utilizza solo per le andature portanti). In questo caso il 
braccio e la scotta debbono cambiare lato ed il punto di mura dello spi deve 
spostarsi sul lato sottovento. Per ottenere questo bisogna sparare (sganciare) 
lo spi nel momento in cui si passa in poppa, far passare il tangone aldila' 
dello strallo ed incocciare il nuovo braccio sull'altro lato.
In caso di manovre errate puo' capitare di straorzare (la barca va all'orza 
spinta dallo spi senza sentire l'azione del timone), fare la caramella (lo spi 
si arrotola e forma una caramella sullo strallo), mandare lo spi in acqua ...
Pero' e' bello!!

I nodi

Nodi Poiche' la regolazione delle vele, l'ormeggio e la maggior parte delle 
attivita' svolte sulla barca a vela coinvolgono cime e' naturalmente molto 
importante conoscere bene i principali nodi.

Ciascun nodo ha la sua funzione e caratteristica. Un nodo errato rischia di 
sciogliersi o, peggio, non sciogliersi piu', rendendo pericolosa la manovra.

I nodi principali sono:

   Nodo parlato
   Savoia
   Gassa d'amante
   Nodo piano
   Nodo di bozza

In realta' i nodi sono moltissimi ed alcuni sono veramente artistici. Tra gli 
altri: capuccino, gassa doppia, bandiera, ... per non parlare poi delle 
impiombature. Ma quelli che davvero necessario saper fare in navigazione sono 
quelli riportati per primi.

L'unico modo per imparare a fare i nodi e'... farli! Quindi buon esercizio. Lo 
skipper vi insegnera' tutti i trucchi per farli velocemente.

I venti

I venti prendono un nome diverso a seconda della direzione da cui provengono: 
la rosa dei venti:

   Nord: Tramontana
   Nord-Est: Grecale
   Est: Levante
   Sud-Est: Scirocco
   Sud: Mezzogiorno
   Sud-Ovest: Libeccio
   Ovest: Ponente
   Nord-Ovest: Maestrale

Ogni zona del mondo ha i propri "venti". Il maestrale in Costa Azzurra prende 
il nome di Mistral. La tramontana in Adriatico e' nota come Bora. ...

Qualche elemento in piu' nel documento I numeri nella navigazione a vela.

Il "codice del mare"

In mare non vi sono cartelli stradali o semafori. Tuttavia vi sono regole e 
segnali ben precisi da conoscere e rispettare. La trattazione di tutti questi 
elementi sarebbe molto lunga e vi sono parecchi libri che la trattano. Alcune 
norme sono antichissime (l'uomo naviga da millenni e guida solo da un centinaio 
di anni). Le norme principali sono universalmente accettate ed applicate in 
tutte le situazioni (anche in regata o sui laghi). Naturalmente qui diamo solo 
qualche accenno.

Una barca che procede a motore deve dare la precedenza, lasciando libera la 
rotta, alla barca che procede a vela. Una barca che procede a vela deve dare la 
precedenza ad una barca che procede a remi. Qualsiasi barca deve dare 
precedenza ad imbarcazioni che hanno difficolta' di manovra. Le barche che 
escono da un porto debbono dare precedenza alle barche che entrano in porto. In 
porto e dove le acque sono limitate si tiene la destra. Tra due imbarcazioni 
che procedono a vela ha precedenza quella con le mure a dritta (il vento che 
proviene da destra). Tra due imbarcazioni che procedono sulle stesse mura ha 
precedenza quella con l'andatura piu' stretta (la bolina ha precedenza rispetto 
al traverso e questo ha precedenza sul lasco).
La manovra deve essere decisa e precisa in modo da non lasciare dubbi sulla 
sua esecuzione alle altre imbarcazioni.

Beh ora si e' fatto tardi. Quando avro' ancora un po' di tempo aggiungero' la 
parte sui fari e sui segnali cardinali, sulla metereologia e forse in futuro le 
bandiere.

Sicurezza

La sicurezza in mare e' importantissima. Oltre a dover avere sulla barca tutte 
le dotazioni di sicurezza (cosa per altro obbligatoria per legge) e' necessario 
mantenere sempre un comportamento prudente. In questo documento non c'e' lo 
spazio sufficiente per trattare questo argomento in modo completo e quindi ne 
diamo solo un cenno. Ma ogni volta che si sale in barca la sicurezza deve 
sempre essere al primo posto.
Lo skipper ha la responsabilita' della sicurezza a bordo. Ogni suo ordine 
sulla navigazione va eseguito al meglio.
I bollettini metereologici vanno controllati con attenzione e quindi vanno 
seguite le evoluzioni delle condizioni del meteo.
Le imbarcazioni e gli equipaggi stessi hanno limiti che non vanno mai 
superati.
Tutte le dotazioni della barca debbono essere in efficienza ed e' necessario 
avere una scorta per ogni necessita'.
E' importante che, oltre allo skipper, anche le altre persone dell'equipaggio 
conoscano le dotazioni di sicurezza, le corrette procedure (eg. VHF 16, 1530), 
sappiano dove sono i medicinali, conoscano l'attrezzatura, ...

Altro

Ci sono tante altre cose da raccontare. Sui termini marinareschi (bottazzo, 
falchetta, ombrinali, galloccia, bitta, picco, bigotta, golfare, coppiglia, 
pastecca, occhiello, stroppo, pennaccino, velaccio, controvelaccio, vela di 
straglio, formagetta, amante, ...), sulle manovre (recupero di uomo a mare; 
africana, tedesca, ...), sui motori marini (tipi, manetta, consumi, ...), 
sull'elettronica di bordo (GPS, log, windex, MOB, VHF, 220V/12V, salpaancora, 
winch idraulici, ...), sulla nautica (carteggio, mappe, portolano, elenco fari 
e fanali, ...), su siti Web interessanti (scuole vela: Veladoc, Flash Vela, 
...; riviste nautiche: Bolina, ... ), ...

Siete pigri e volete leggere poco? La vela in un weekend e' la pagina che fa 
per voi. Se invece vi piacciono in numeri leggete I numeri nella navigazione a 
vela. Se vi interessano di piu' le derive leggete L'ABC della deriva. Volete 
misurare la vostra preparazione? Cimentatevi con i questionari.

Ma si fa tardi... meglio riprendere a navigare: buon vento!

 
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